
Federico Faloppa con Adriano Favole
Parole per dividere, parole per con-dividere. Un dialogo fra linguistica e antropologia
venerdì 24 maggio, ore 19, teatro Bologini (esaurito)
sabato 25 maggio, ore 10 piazza Duomo (biglietti disponibili)
Parole che offendono, feriscono, esprimono odio. Ne siamo circondati, nella comunicazione pubblica e privata, in ogni registro linguistico, in ogni contesto. Entrano, grazie ai social media, nella nostra vita privata con prepotenza. Odiatori seriali, agitatori politici, speculatori mediatici: dividere è diventato un affare per molti, un prodotto con cui cambiare le nostre abitudini. Si va dall’odio esplicito fatto di insulti contro donne, bambini, migranti, neri, omosessuali, disabili, studenti, a un odio più raffinato, fatto di vittimismo e retorica. C’è chi si diverte, chi ci guadagna, chi soffre in silenzio (le vittime), chi si gira dall’altra parte. Ma anche chi prova a opporsi con strumenti come l’indignazione, le leggi, la costruzione di un dialogo reale. Chi propone parole che costruiscano ponti, che uniscano su valori e diritti condivisi. Parole altre, per restituirci contenuti che sembrano smarriti. Parole che guardino lontano, parole alte.
Federico Faloppa è Programme Director for Italian Studies al Dipartimento di Lingue moderne dell’Università di Reading e consulente di Amnesty International su hate speeche contrasto al linguaggio d’odio. Inoltre collabora con l’Associazione Carta di Roma, COSPE onlus e la Fondazione Alexander Langer. Si occupa di rappresentazione della diversità nel linguaggio e nei media, migrazioni e politiche linguistiche. Tra le sue pubblicazioni: Parole contro(Garzanti, 2004); Le calunnie etniche nella lingua italiana (UTET, 2009); Razzisti a parole (per tacer dei fatti) (Laterza, 2011); Sbiancare un etiope(Aracne, 2013).
Adriano Favole è vicedirettore per la Ricerca del Dipartimento di Culture, Politica e Società e insegna Antropologia culturale all’Università di Torino. È autore di: Resti di umanità (2003); Oceania(2010); La bussola dell’antropologo (2015) per Laterza; Vie di fuga. Otto passi per uscire dalla propria cultura(UTET, 2018).